Archivio di ottobre 2012
TAGLIO IRPEF CHI PERDE ,CHI GUADAGNA
Taglio Irpef, chi ci perde e chi ci guadagna. Caaf Cisl: “Pochi benefici per i poveri
“ Il peso delle tasse si sposta in parte dalle persone alle cose, dai redditi e quindi dal lavoro ai consumi. E’ questa la filosofia dell’intervento adottato dal governo con la Legge di Stabilità che, di fatto, riduce l’Irpef di un punto sulle prime due aliquote ma, contemporaneamente, assorbe solo a metà il previsto aumento dell’Iva che scatterà a luglio. Ma le scelte fiscali non sono mai neutrali. A farla semplice c’é sempre qualcuno che vince e qualcuno che perde. Una manovra dello stesso importo, utilizzata per ridurre l’Iva o per abbattere l’Irpef, può però avere effetti differenti. Allora, il calo di un punto di alcune aliquote Irpef è più conveniente di quello dell’Iva, o viceversa? Ad esserne beneficiati sono più i ricchi o i poveri? Qual’é l’effetto sui consumi? I poveri non avranno alcune effetto benefico – Il Centro Sudi del Caaf Cisl nazionale calcola che la diminuzione di un punto percentuale dell’Irpef sui primi due scaglioni di reddito comporta una diminuzione ‘teorica’ dell’imposta che va da 1 a 280 euro. Teorica, sulla carta. Di fatto molti contribuenti non avranno nessun vantaggio. Ma il presidente del centro di assistenza fiscale, Valeriano Canepari, sottolinea: “E’ chiaro che con il taglio di un punto non si possano ottenere risultati fuori dal comune ma in un momento di crisi come questo dare dei soldi alla gente, partendo dalle fasce di reddito più basse, è un segnale importante, un’inversione di tendenza che porterà benefici”. Ci sono innanzitutto i cosiddetti incapienti coloro che a causa del loro reddito basso e grazie all’area di esenzione già prevista dalla legge (la cosiddetta ‘no tax area’) non avranno alcune effetto benefico dal calo dell’Irpef ma che invece risentiranno dell’aumento dell’Iva che colpendo sia l’aliquota del 10% (che passera all’11%) sia quella del 21% (che arriverà al 22%) renderà più caro tutto il carrello della spesa. “Ma in questo caso non avevano niente prima e non hanno niente ora”, precisa ancora Canepari. La diminuzione del peso fiscale può essere nulla – Il Caaf della Cisl fa delle simulazioni per i contribuenti nelle varie fasce di reddito, da 10.000 a 16.000 euro, e a seconda dei carichi di famiglia. In presenza di redditi bassi e carichi di famiglia la diminuzione del peso fiscale può essere nulla e/o parziale, quindi teorica. Con effetti addirittura paradossali: a parità di reddito ha la meglio il contribuente senza familiari a carico. A parità di carichi familiari ‘vince’ il contribuente con un reddito maggiore. Le fasce più basse – Con la vecchia Irpef il single pagava 603 euro di imposta diretta, ora ne pagherebbe 503, 100 euro in meno. Lo stesso contribuente, con
coniuge a carico, non pagava l’Irpef prima e non la paga ora: il beneficio è dunque nullo. Un contribuente con coniuge a carico, se guadagna 10.500 euro ha un beneficio di 31 euro, se invece arriva a 11.000 euro con la nuova Irpef porta a casa 100 euro di sconto sulle tasse. Sempre su questa linea d’onda è il confronto tra famiglie con un contribuente con coniuge e due figli a carico. Se il reddito annuo è di 15.000 euro il taglio dell’Irpef porterà un vantaggio di 40 euro; basta guadagnare 1.000 euro in più all’anno ed arrivare così ad un reddito imponibile di 16.000 euro per avere un benefico fiscale quadruplicato, da 40 a 160 euro. L’arrivo di franchigie e tetti di spesa per le detrazioni fiscali potrebbe invece comportare perdite di qualche decina di euro sul conto delle tasse. Attenti alle pensioni di invalidità e arriva la Tobin Tax italiana – Sia le pensioni di guerra sia le pensioni di invalità saranno ora tassate con l’Irpef se il reddito è superiore ai 15.000 euro: sono tra i perdenti di questa manovra. Salvaguardata, invece, la fascia bassa dei contribuenti. La manovra prevede anche l’introduzione di un bollo sulle transazioni finanziarie, una Tobin Tax italiana. Il nuovo balzello non si applicherà sui titoli di Stato e quindi sono salvi i Bot-People. Pagherà di più chi acquista e vende titoli, e quindi chi specula sulla borsa, molto meno i cassettisti che una volta acquistato il titolo scommettono su un guadagno dai tempi lunghi. 11 ottobre 2012