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Tpl 19 marzo 2014 cronaca di una giornata di sciopero

Ma con chi se la devono prendere i cittadini che ieri sono rimasti a piedi? Con i lavoratori o con chi non rinnova il loro contratto da 7 anni?

Lo sciopero di ieri a sostegno della vertenza contrattuale poteva essere evitato. A nulla è servito l’incontro con i Ministri Lupi e Poletti e le Associazioni datoriali che hanno mantenuto il punto per proteggere il proprio status di autoreferenzialità lasciando in sospeso la risoluzione della vertenza.

Ne hanno pagato le conseguenze lavoratori e cittadini e gli unici responsabili, Asstra e Anav, ancora una volta, nell’indifferenza generale, la passeranno liscia dichiarando una bassa partecipazione per minimizzare l’azione sindacale e, in molti casi, le aziende da queste rappresentate, non incorreranno nelle decurtazioni economiche della mancata effettuazione del servizio.

Nonostante fosse la tredicesima azione di lotta da quando è iniziata la vertenza, ancora una volta, i lavoratori e le lavoratrici hanno dimostrato una notevole partecipazione, sintomo di una crescente insofferenza non più sostenibile.

Tra i commenti di illustri opinioni leader pubblicati dai mass media dopo lo sciopero, non troviamo nessuna informazione relativa alle importanti decurtazioni effettuate in busta paga a fine mese quando un autoferrotranviere sciopera. E in questa stagione di crisi economica la riduzione si sente ancor di più. Si dimenticano che la Costituzione della Repubblica Italiana, all’articolo 40, prevede espressamente il diritto del lavoratore di scioperare. Diritto che deve essere naturalmente contemperato con gli altri costituzionalmente garantiti. Il fatto è che, comunque, sempre, bisogna sparare contro, accattivarsi l’opinione pubblica a tutti costi senza, talvolta, neanche dare un briciolo di informazione sui motivi dello sciopero. Anzi, questa volta gli abbiamo tolto la possibilità di tirar fuori la solita solfa dello sciopero del venerdì che serviva a far fare il week end lungo agli autisti (strano poi, gli autisti lavorano anche il sabato e la domenica, Natale, Pasqua e Capodanno). Poi, il perché dei numerosi scioperi forse è da ricercare nelle 1200 aziende? Non sono troppe?

A chi vuol far passare il messaggio che si utilizza lo sciopero in modo irresponsabile e solo a danno dell’utenza, dimostrando di conoscere poco e male il trasporto pubblico locale magari non utilizzandolo, con l’unico scopo di far notizia cavalcando il malcontento generale ed innescando una guerra tra poveri, lavoratori e utenti. Ricordiamo che: il contratto di lavoro è scaduto dal 2008; che lo stipendio non è più quello di una volta; che il sedile del conducente non è poi più cosi garantito; che l’esercizio del diritto di sciopero nei servizi pubblici essenziali è strettamente condizionato nei tempi e nelle modalità; che si lavora sotto organico; che le condizioni di sicurezza per gli utenti e i lavoratori e la qualità e quantità del servizio dipendono dalla carenza cronica di investimenti nel settore.

Lo sciopero di ieri non era rivolto contro gli utenti e i cittadini, ma aveva lo scopo di sollecitare un pronto intervento delle istituzioni e delle associazioni datoriali per trovare soluzioni alle diversificate problematiche che stanno travolgendo l’intero settore, ormai al collasso, nella totale indifferenza. Quotidianamente si finisce a parlare del trasporto pubblico locale solo a ridosso di uno sciopero, o per commentarne gli effetti negativi, senza tener conto che 110.000 addetti sono da 7 anni senza adeguamento salariale minimo, che svolgono la loro attività ogni giorno in condizioni sempre piu’ compromettenti per la qualità del lavoro e della sicurezza e senza riuscire ad offrire un servizio che risponda alla domanda di mobilità in costante aumento.

E tutti gli altri giorni ? Quali sono i commenti e le azioni quando si tagliano i servizi; quando si aumentano le tariffe; quando si riducono i posti di lavoro; quando mancano gli investimenti per l’acquisto di nuovi mezzi più sicuri; quando la riduzione degli interventi di manutenzione dei mezzi mettono a repentaglio la sicurezza di tutti; quando la cattiva gestione riduce il diritto alla mobilità di ogni cittadino. Perché nessuno ne parla? Un silenzio tanto assordante quanto assurdo, come se nessuno avesse responsabilità !!! 

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