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FIT-CISL

Porto – Comunicato Stampa –

Le scriventi OO. SS. Sono venute a conoscenza, prima dagli organi di stampa e poi attraverso una lettera firmata da tutti i terminalisti aderenti a confindustria, contenente attacchi molto duri e secondo noi inappropriati che mettono in discussione molti atti e accordi che in questi anni sono stati fatti, frutto anche di percorsi sindacali e di sacrificio da parte di tutti i lavoratori. I terminalisti stanno mettendo in discussione l’organizzazione del lavoro del porto di Genova, organizzazione che in tempi pre pandemia ha permesso di ottenere risultati record per il porto di Genova, oltreché tenere l’operatività ad alti livelli in questo momento pandemico, con grande senso di responsabilità e sacrificio di tutti lavoratori portali.
Le scriventi preoccupate per questa posizione e per l’atteggiamento di alcuni terminalisti che adottano nei confronti dei propri dipendenti, rendendo il luogo di lavoro difficile con una vivibilità pessima e scarsa serenità lavorativa, hanno deciso di convocare per martedì in tarda mattina l’attivo unitario dei delegati del porto di Genova per prendere una decisione sulle iniziative più opportune da intraprendere. opportuna ed incisiva.
Inoltre le scriventi chiederanno all’ illustrissimo prefetto di Genova un incontro alla presenza di tutte le istituzioni Genovesi affinché intervengano per impedire che Confindustria rompa la pace sociale. Inoltre visto le gravi accuse fatte direttamente all’a.d.s.p. mar Ligure occidentale, al suo presidente nonché ai suoi predecessori, ed indirettamente anche ai membri del vecchio comitato portuale e delle commissioni consultive le scriventi hanno dato mandato ai propri legale di verificare la possibilità di azioni Legali nei confronti degli autori della lettera.
FILT-CGIL, FIT-CISL E UILT
Poggi, Ascheri, Scognamillo, Rossi, Gulli e Falvo

Perché la FIT CISL non aderisce allo sciopero generale regionale dei trasporti del 24 luglio.

Genova, 06-06-2020: Perché la FIT CISL non aderisce allo sciopero generale regionale dei trasporti del 24 luglio.
Gli scioperi di categoria devono avere un obiettivo chiaro, devono individuare una controparte certa.
Oggi, nella situazione drammatica che stiamo vivendo come cittadini e come lavoratori, responsabilmente, non possiamo pensare di far perdere ore di salario ai lavoratori che già sono in grandissima sofferenza a causa della cassa integrazione e con il problema enorme del ritardo nei pagamenti, con gravi ripercussioni sugli stipendi.
La responsabilità politica è dei vari soggetti che negli ultimi trent’anni si sono susseguiti nella guida del governo centrale e della nostra regione, nessuno escluso. La FIT e la CISL fanno sindacato e non politica.
Occorre oggi, a nostro parere, che tutti i soggetti politici e sociali si riuniscano e assieme elaborino un piano di investimenti sicuri per le infrastrutture indispensabili e assicurino tempi certi e celeri per svolgere le pratiche amministrative oltre che per dare il via alla realizzazione delle opere stesse, ormai assolutamente indispensabili e non più procrastinabili per il futuro e lo sviluppo del lavoro nel nostro territorio.
La FIT assieme alla CISL continua a lottare per le infrastrutture e per la soluzione dei problemi causati dai lavori sulle autostrade. Già oggi abbiamo scritto una lettera al Governo, alla Regione e ad Autostrade perché al più presto parta un confronto col sindacato per superare la battaglia ideologica e partitica e si possa approdare finalmente alla necessaria e irrinunciabile collaborazione per affrontare e risolvere i problemi di tutta la collettività.
Il Segretario Generale FIT CISL Liguria, Mauro Scognamillo

 

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Grazie al Sindacato Aspi aumenta la Sicurezza sul Lavoro

Articolo  La Voce dei Trasporti su ASPI del Segretario Generale Aggiunto Lupia Raffaele

lupia

3^ edizione del Concorso #SONOSTATOIO intitolato a Nico Piras.

Dopo i successi conseguiti negli anni 2016 e 2017 è partita ufficialmente la 3^ edizione del Concorso #SONOSTATOIO, intitolato a Nico Piras.

Maggiori info su www.sonostatoio.com

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Scioperi, Piras: La Commissione limita il diritto di sciopero

“I dati forniti oggi dalla Commissione contraddicono la linea che essa stessa si è data: i fatti dimostrano che comprimere il diritto di sciopero aumenta la conflittualità”, così Antonio Piras, Segretario generale della Fit-Cisl, commenta la relazione presentata oggi dal Presidente della Commissione alla Camera dei Deputati.

“L’esercizio del diritto di sciopero nel Tpl – spiega Piras – è stato regolamentato fino a poco tempo fa da una provvisoria regolamentazione dettata dalla Commissione. Quella normativa era divenuta, sempre secondo la Commissione, carente sotto molti punti di vista, così le parti sociali e datoriali il 28 febbraio scorso hanno firmato un accordo per introdurre elementi che prevenissero il conflitto tutelando maggiormente lavoratori e utenti. Ma la Commissione, che aveva l’obiettivo di comprimere il diritto e null’altro, non ha tenuto nella giusta considerazione il lavoro delle parti sociali e ha valutato l’accordo, nel suo complesso, non idoneo. Pertanto ha emanato lo scorso 7 maggio una delibera correttiva dell’accordo, tesa a dimezzare le possibilità di esercizio del diritto di sciopero.

Fin qui la vicenda recente, ma oggi apprendiamo dai dati forniti dalla stessa Commissione che, invece nel settore ferroviario gli scioperi nel 2017 sono diminuiti del 50% rispetto all’anno precedente. La Commissione però ha dimenticato di dire oggi che in questo stesso settore dal 1999 vige un accordo tra le parti, da cui dipende tale scarsa conflittualità”.

“Il comportamento che non condividiamo della Commissione – prosegue il Segretario generale – è confermato da un ulteriore grave segnale che essa stessa ha dato: ha ridotto il diritto di sciopero a un evento puramente simbolico nei casi in cui la protesta sia una reazione per un’aggressione a un lavoratore dei trasporti nell’esercizio delle sue funzioni. In altre parole abbiamo un fenomeno, quello delle aggressioni fisiche e verbali ai ferrovieri e agli autoferrotranvieri in particolare, che sta crescendo esponenzialmente, tanto da essere monitorato dal Ministero dell’Interno, con il quale stiamo cercando di introdurre elementi di prevenzione. Ed è questo il contributo della Commissione alla sua soluzione?

La Commissione dovrebbe garantire il contemperamento fra il diritto di sciopero e gli altri diritti, della persona, costituzionalmente tutelati, non legiferare”.