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Ddl stabilità 2013 – Norme in materia di lavoro

La nota, a cura del Dipartimento, di descrizione e commento delle norme in materia di lavoro contenute nel ddl stabilità 2013 approvato dal Consiglio dei ministri e presentato alle Camere.

Detassazione dei contratti di produttività
All’art. 12, comma 3 viene disposta la proroga per tutto il 2013 della detassazione delle somme erogate a livello aziendale per incrementi di produttività, qualità, innovazione ed efficienza organizzativa ed altri elementi di competitività e redditività legati all’andamento economico dell’impresa. Come ricorderete, si tratta della possibilità, ai sensi all’art. 2 del DL 93/08 convertito nella L. 126/08 e successive modifiche, di applicare un’imposta sostitutiva sul reddito pari al 10%, riservata esclusivamente alle imprese del settore privato per i redditi da lavoro dipendente.
Le modalità attuative vengono affidate ad un Decreto congiunto della Presidenza del Consiglio e del Ministero di Economia e Finanze, da emanarsi entro il 15 gennaio 2013, altrimenti le risorse verranno destinate al miglioramento dei saldi di finanza pubblica. Soprattutto il finanziamento della agevolazione per il 2013, come da impegno preso con le parti sociali, viene aumentato a 1.200 milioni di €, rispetto ai 263 milioni previsti dalla legge di stabilità dello scorso anno, e agli 835 mln stanziati per il 2012, mentre preoccupa il limite assai ridotto (400 milioni) previsto per il 2014.
E’ certamente apprezzabile il fatto che il finanziamento per l’agevolazione sia cresciuto e ciò fa ben sperare rispetto all’atteso decreto di attuazione. A tale proposito è importante ricordare come per il 2012 il limite massimo di importo soggetto alla tassazione agevolata sia sceso dai 6.000 ai 2.500 euro e che, soprattutto, il limite di reddito annuo massimo per poter fruire dell’agevolazione sia sceso da 40.000 € lordi a 30.000 € lordi.
La mancanza di un confronto con le Parti Sociali, propedeutica alla fissazione dei nuovi limiti ed alla stesura del Decreto, potrebbe vanificare l’incremento del tetto massimo di finanziamento, limitando ad un numero assai esiguo di lavoratori ed imprese la platea a cui poter applicare il dispositivo. Come Cisl chiediamo che tali limiti siano significativamente innalzati, al fine di agevolare al massimo la contrattazione di produttività, anche alla luce dell’impegno in corso per raggiungere un accordo interconfederale.

Ammortizzatori sociali – Fondo per l’occupazione
Anche il Fondo per l’occupazione finisce sotto la scure della spending review. Infatti l’art.3, co.7 decurta di 30 milioni di euro per il 2013 il rifinanziamento di 1000 mln di euro già disposto dalla legge n.92/2012 (riforma del lavoro). Questa cifra andrà a finanziare in primo luogo gli ammortizzatori in deroga, già prorogati per gli anni 2013-2016 dalla stessa legge n.92/2012.
Nel disegno di legge di stabilità presentato alle Camere non sono state però inserite le altre norme a carico del Fondo Occupazione che vengono prorogate di anno in anno, probabilmente perché necessitano di una messa a punto, ed il tutto è stato rinviato ad un emendamento governativo che verrà presentato nel corso dell’iter parlamentare. Come Cisl chiediamo che rientrino nelle norme da prorogare in primo luogo l’aumento della copertura dei contratti di solidarietà dal 60% all’80%, la possibilità di contratto di solidarietà per le piccole imprese, l’iscrizione alle liste di mobilità per i lavoratori licenziati dalle imprese fino a 15 dipendenti, la possibilità di proroga della cigs per le cessazioni di attività.

Lavoratori salvaguardati
L’art 8, comma 11, autorizza la spesa di 100 milioni di euro per l’anno 2013 per finanziare interventi in favore delle categorie di lavoratori salvaguardati dalla riforma pensionistica, di cui ai commi 14 e 15 dell’art. 24 della legge 22 dicembre 2011, n. 214 e successive modificazioni. Come ricorderete, si tratta dei 55.000 più 65.000 lavoratori che possono beneficiare della deroga alle nuove norme pensionistiche perché in situazioni particolari (collocati in mobilità sulla base di accordi collettivi stipulati anteriormente al 4 dicembre 2011 e che maturano i requisiti per il pensionamento entro il periodo di fruizione dell’indennità di mobilità; collocati in mobilità lunga per effetto di accordi collettivi stipulati entro la medesima data; lavoratori titolari di prestazione straordinaria a carico dei fondi di solidarietà di settore alla medesima data; lavoratori autorizzati alla prosecuzione volontaria; lavoratori che hanno in corso l’istituto dell’esonero dal servizio nelle amministrazioni pubbliche; lavoratori “esodati” entro il 31.12 2011, con accordi individuali e collettivi). Le modalità di utilizzo di tali risorse saranno successivamente stabilite con apposito DPCM, di concerto con il Ministro del lavoro e con il Ministro dell’economia e delle finanze.

Si tratta di una norma volta positivamente ad allargare il numero dei lavoratori salvaguardati, ma la cifra stanziata risulta insufficiente a coprire tutti gli interessati. 

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