Per il Segretario generale aggiunto, Annamaria Furlan,
29.7.14
la “vicenda Alitalia ha messo a nudo, emblematicamente, tutte le contraddizioni, i ritardi culturali ed ideologici di una parte del movimento sindacale”. Necessario un chiarimento vero e definitivo tra Cgil, Cisl e Uil dopo la pausa estiva.
“La vicenda Alitalia ha messo a nudo, emblematicamente, tutte le contraddizioni, i ritardi culturali ed ideologici di una parte del movimento sindacale. Ecco perché subito dopo la pausa estiva, occorrerà un chiarimento vero e definitivo tra Cgil, Cisl e Uil. Apriamo una discussione franca e trasparente nei posti di lavoro e tra cittadini su quale deve essere oggi il ruolo e il comportamento più adeguato di un sindacato responsabile e partecipativo nelle aziende, nella pubblica amministrazione, nei servizi, e più in generale nella società italiana”. E’ quanto sottolinea il segretario generale aggiunto della Cisl, Annamaria Furlan in un intervento pubblicato oggi su L’Unita’.
“Nessuno verrà a investire in Italia con una parte del sindacato che strizza l’occhio ai movimenti e ai corporativismi, incapace di assumersi le responsabilità o di fare chiarezza al proprio interno”, aggiunge il numero due della Cisl. “Non è bastato l’accordo importante sulla rappresentanza siglato alcuni mesi fa a creare le condizioni per una nuova stagione unitaria. Facciamo tesoro della lezione del passato e delle opportunità del presente. Tocca a noi riformare il sindacato e le sue politiche per contrastare chi propugna, solo per interessi politici, il declino dei corpi intermedi sull’onda del populismo strisciante che ha contagiato il nostro paese“.
La Furlan sottolinea inoltre che mentre il paese annaspa nel pieno della crisi economica e sociale, la politica sta offrendo l’ennesimo spettacolo di divisioni, accuse reciproche, muro contro muro sul tema delle riforme istituzionali.
“Al di là delle promesse del premier, non c’è stato finora un impegno straordinario sulla riduzione delle tasse, sui fattori di sviluppo, sulla politica industriale, sulla riforma dei troppi centri di spesa incontrollati del nostro paese”‘ aggiunge la sindacalista della Cisl. “La via di uscita per un’Italia bloccata e in ripiegamento, con un Mezzogiorno totalmente abbandonato al suo destino, con i divari sociali crescenti, non può essere affidata ai soli margini di flessibilità che l’Unione Europea dovrebbe concederci nei prossimi mesi. Occorre un ruolo pubblico molto più marcato per rivitalizzare la domanda interna e soprattutto favorire gli investimenti drammaticamente crollati negli ultimi anni. Vista la situazione di immobilismo delle banche, solo un soggetto pubblico come la Cassa Depositi e Prestiti potrebbe oggi finanziare progetti d’investimento territoriali validi e remunerativi, sostenuti da buone capacità imprenditoriali. Ma come è avvenuto in altre fasi difficili e complicate della storia italiana, servirebbe, soprattutto, il confronto e la collaborazione di tutti i soggetti responsabili che devono assumere impegni reciproci di carattere politico, imprenditoriale e sindacale. Per questo al Governo Renzi chiediamo di imboccare la strada del dialogo e di un necessario patto sociale”.
Ufficio Stampa Cisl